Nella sala travaglio dell'Ospedale di Novara quella notte tra il 21 ed il 22 ottobre c'era un silenzio magico, si sentiva fuori piovere a dirotto, dal corridoio a fianco si sentivano le infermiere del cambio turno che si lamentavano del tempaccio e nella penombra della stanza, sotto la coperta, io contemplavo la creatura che dormiva serena accanto a me, nel caldo del mio abbraccio e ascoltavo il suo respiro interrotto ogni tanto da alcuni sospiri. Era così piccolo, con tanti capelli nascosti sotto la cuffietta, le manine grinzose ed un odore unico. Siamo stati molto fortunati che quella notte non c'erano stanze per noi in reparto e nessun'altra mamma aveva intenzione di partorire, così abbiamo potuto riposare e conoscerci in una dolce intimità. Una notte unica, la mia prima notte in ospedale, la mia prima notte da “mamma”, la prima notte al mondo di Luca...

lunedì 25 gennaio 2010

21 ottobre 2009: emozioni di un papà

Scritto da Alfredo
...l'aver perso il mio papà all'età di 4 anni mi ha fatto sempre pensare, sin da bambino, l'ora che finalmente avrei potuto dare tutto quell'affetto e amore paterno che non avuto da mio padre a mio figlio/figlia e ciò mi ha sempre fatto molto emozionare...
Inoltre, molte persone mi hanno sempre detto che la nascita di un figlio
è qualcosa di unico e resta in modo indelebile nel cuore.
Già il sapere dell'arrivo di un figlio, dopo 3 anni che speri che arrivi, mi ha emozionato non poco, ma la "tempesta" di emozioni che ho avuto il 21 ottobre è qualcosa di indescrivibile...dopo due corsi preparto e visto filmati vari oramai credevo di essere "preparato", ma il sentirsi dire da tua moglie durante la notte mentre dormi che forse "ci siamo", questo mi ha fatto battere il cuore a mille.
Sono stato per almeno mezz'ora con una tensione indescrivibile, con attacchi di tremori come se fossi a maniche corte in pieno inverno al polo nord...eppure ero sotto un piumone caldo da far sudare....
La prima cosa che ho pensato è stata: "caspita! se continuo ad essere in questo stato non ci arrivo in sala parto a sostenere Elena...." e invece passata quella mezz'ora piano piano il mio cuore ha iniziato a calmarsi e sono ritornato "razionale"...non potevo "perdere" questi momenti magici per colpa della tensione...erano momenti troppo importanti: era la nascita di nostro figlio!
Mi sono sorpreso, nelle ore successive, alla strana calma che avevo, anche se ogni tanto al pensiero che probabilmente avrei finalmente visto Luca e che finalmente aveva inizio quel mio sogno avuto da bambino di poter, ad un certo punto della mia vita, dare tutto quell'affetto paterno di cui non ho nessun ricordo, mi si inumidivano gli occhi ...forse è questo che mi ha fatto essere così tranquillo: si stava realizzando...
Elena mi rincuora e mi dice che è vero che ha le contrazioni, ma non le sembrano tali da far pensare che è arrivato il momento, ma a mezzogiorno visto che non passavano decidiamo di andare all'ospedale...guido ovviamente io ed Elena si mette dietro per avere più spazio...ogni tanto sbircio dallo specchietto per vedere cosa fa e come sta...vedo che è praticamente abbracciata al poggiatesta dei sedili posteriori e guarda verso dietro con gran stupore degli autisti delle auto che ci seguivano nel vedere questa donna con lo sguardo sofferente che guardava verso loro!
L'entrare direttamente nella sala parto è stato abbastanza "traumatico", anche se l'avevamo già vista e quindi era abbastanza "familiare", in quanto non ci aspettavamo di "bruciare" così velocemente le tappe...anche se alla fine non abbiamo "bruciato" proprio nulla per quanto tempo siamo stati "rinchiusi" in quella stanza.
Però le ore passavano e non ce ne redevamo conto...tra una contrazione e l'altra cercavo in tutti i modi di sostenere Elena sia moralmente che fisicamente, dandole da mangiare quando me lo chiedeva e/o sostenerla tra le mie braccia quando aveva bisogno di aggrapparsi a qualcosa...nelle varie lezioni nel corso preparto ci avevano sempre detto che noi papà dovevamo fingere anche in caso ci fossimo preoccupati, in modo tale da non far vedere alla propria moglie la nostra preoccupazione...non so, ma io non mi sono mai preoccupato durante tutte quelle ore, tranne una volta verso la fine che Elena non aveva più forze per spingere come avrebbe dovuto e Luca oramai era in una posizione che anche con un cesareo non sarebbe stato possibile farlo uscire...lì mi sono chiesto: "ma come faranno a farlo uscire se Elena non ce la fà?"...forse sarà stata una domanda stupida, ma mi sono preoccupato...se l'ho fatto vedere ad Elena non so, credo di no....
Le ore scorrono e vedo Elena sempre più stanca...sono lì di fianco a lei con una garza ad asciugarle il sudore e l'ammiro per come "sopportava" il dolore e la fatica...la cosa che mi rassicurava in quei momenti difficili era il monitoraggio del cuore di Luca che ogni 15 min. circa l'ostetrica ascoltava con una specie di eco portatile...anche nei momenti più duri i battiti erano sempre ottimi...anche l'ostetrica si meravigliava...erano regolari e sembrava che Luca non soffrisse più di tanto seppur con la testina oramai che era lì che gli vedevamo i capelli...
Oramai Luca era lì, vedevo i capelli quasi fuori e ad ogni spinta lo si vedeva avanzare con i capelli praticamente fuori, ma appena Elena mollava per la stanchezza ecco che la testina ritornava di quel centimetro di nuovo dentro...
Sono le 21.30 e dopo più volte questa situazione di quasi uscita e di nuovo dentro, ecco che arriva la ginecologa "armadio", con due spalle enormi come uno scaricatore di porto...Elena appena la vede mi guarda e mi dice: "no no...questa non la voglio!!!", ma "l'armadio" si lava le mani e indossa il camice esclamando: "...ok...ora lo facciamo uscire noi!!", si siede davanti Elena, che era seduta nella classica posizione da "ginecologo", posizione tra l'altro abbastanza problematica per partorire, e le dice: "su...forza...dai una bella spinta che te lo tiriamo fuori noi!", io che apro mille occhi, anche se orami c'erano 4/5 persone tutte intorno ad Elena, ma con "spintoni" a tutti resto di fianco ad Elena alla sua destra, e controllo che non le fanno nessun intervento "strano"...a questo punto Elena probabilmente impaurita da cosa potrebbero farle, inizia a gridare con tutto il fiato che aveva.
Capisco che probabilmente la paura di subire una episiotomia le aveva fatto uscire tutta la poca forza che le rimaneva e guardo se questa spinta stava dando i suoi risultati...si...li stava dando....vedo la ginecologa che mette le mani per allargare un pò di più e aiuta la testina di Luca a scivolare meglio...vedo la testina che esce fuori...sempre di più...Elena che continua a spingere, stavolta non si ferma...penso: "ma dove ha preso tutta questa forza se prima non riusciva a spingere più di qualche secondo?"...sento Elena che grida: "brucia, brucia, brucia!"...è il "segnale" che ci aveva detto l'ostetrica: "quando brucia è perchè sta uscendo..."...la testina continua ad uscire e vedo questo ammasso di capelli a forma di cilindro allungato che esce sempre di più...ecco che arriva la fronte...le sopracciglia...il nasino che passa...Elena CE L'HAI FATTA!!!! Luca oramai è fuori!!!
Guardo quel nasino e quella testa oblunga a forma di cocomero con gli occhi umidi di emozione e grido ad Elena: "è uscito!!! ha passato il punto massimo!! è uscito!!!" e sento l'ostetrica che dice: fermati ora...respira...riposati...."...Elena si ferma e le ostetriche fanno la battuta: "ma guarda quanti capelli.!!! ha le basette come il papà"...un'altra che dice: "ma guarda che bella pelle rosa che ha...come se non avesse fatto nulla..."...io ascolto, ma non mi interessa...sto guardando quella testina che è lì per metà fuori e con gli occhi chiusi e dico: "respira Luca...respira....perchè non respiri ancora?"...poi ad Elena arriva un'altra contrazione e spinge ancora...Angela l'ostetrica che ci ha seguito per tutte quelle lunghe ore che si avvicina e aiuta Luca ad uscire afferrandolo delicatamente per la testina e per il collo e......floschhhh...come una anguilla ecco che esce completamente...sono le 21.43...Luca è nato...nostro figlio è nato!!!
La prima cosa che ho pensato è stata: "...ma come faceva ad essere dentro la pancia così grosso?" in effetti vedendolo uscire per intero ci si accorge che è di dimensioni tali che è un mistero come potesse essere lì dentro, ma mi distrae subito Angela che mi dice che deve tagliare subito il cordone perchè aveva visto il liquido amniotico un pò colorato ed era meglio per Luca fargli subito la visita....acconsento...ma la mia attenzione era su Luca...ancora non piangeva...poi ad un tratto eccolo che fa un colpetto di tosse e piange urlando con tutto il fiato che aveva...lo avvolgono in un telo verde e lo portano via...mi giro verso Elena, vedo che sta bene e le dico che vado dietro Luca...lei mi fa un cenno di intesa e io corro nella stanza attigua gridando: "non lo lavate..non lo lavate!!!"...mi guardano tutte sbigottite e mi chiedono perchè, ma spiego che ancora non si è attaccato al seno e mi fanno un cenno con il capo che acconsentono...
Dopo aver fatto la visita, messo le gocce negli occhi e fatto la puntura, la dottoressa mi dice che posso portare Luca dalla mamma e mi da in braccio quel fagottino leggerissimo con gli occhi socchiusi, ancora sporco di liquido amniotico e qualche grumo di sangue tra i capelli, con un odore unico e gli occhietti socchiusi che spuntavano dalla copertina, lo prendo e mi avvio verso la sala parto....quei dieci metri che separano la sala visite dalla sala parto sono stati per me dei momenti unici...osservavo quel fagottino tra le mie braccia con tanta tenerezza e pensavo a quanto mi sarebbe piaciuto che mio padre fosse lì in quel momento per conoscerlo...forse Luca avrà "sentito" la mia emozione e ha aperto gli occhi guardandomi con uno sguardo di una tenerezza come solo i bimbi possono avere...l'ho stretto più forte per dargli sicurezza e calore e ci siamo guardati per tutti i dieci metri fino alla sala parto, quando per la prima volta l'ha visto Elena, l'ho adagiato sul suo petto e lui si è alzato con la testina ed è stato per qualche secondo a fissarci entrambi come per dire: "siete voi la mia mamma e il mio papà?"....per la prima volta eravamo tutti e tre insieme abbracciati...eravamo per la prima volta una famiglia....

Dopo questi momenti unici e irripetibili voglio però accertarmi che la placenta sia completamente uscita ed integra e do uno sguardo ai piedi del lettino dove Angela la stava verificando e me la mostra: era perfetta...questo disco gelatinoso di un colore rosso bruno ha nutrito per 9 mesi il nostro Luca..."molto bene" penso e ritorno ad abbracciare Elena e Luca....

martedì 12 gennaio 2010

...il giorno dopo...

Scritto da Alfredo
...ovviamente non può non esserci che un giorno dopo...dopo l'acquazzone preso la notte prima, la mattina mi fiondo all'ospedale perchè non vedevo l'ora di rivedere Elena e, ovviamente, Luca...arrivo che sono ancora nella sala travaglio, ma Luca l'avevano portato a fare la visita di routine e ci rimango un pò male...peccato.
Vado a sbrigare nel frattempo tutte le pratiche "burocratiche": sali, scendi, porta questo là e quello lì...ritorno in camera e non trovo più Elena e mi dicono che si era liberata una stanza ed era già stata spostata...corro a cercare la stanza e trovo finalmente entrambi nella stanza 10...avevo portato ovviamente la mia macchina fotografica e ho fatto qualche scatto di quel giorno...eccolo che "cerca" di mangiare...


e quì sembra che pianga, ma in realtà non è altro che un grande sbadiglio:


...quì un'altra foto di quel giorno:


domenica 10 gennaio 2010

21 ottobre 2009: il giorno che ci ha cambiato la vita

Scritto da Elena
La giornata del 21 è stata veramente lunga, ma così intensa e travolgente che nel complesso è volata in un attimo per me e Alfredo. Dopo una gravidanza cercata da più di due anni e trascorsa giorno dopo giorno in felice aspettativa, tutto è avvenuto nell'arco di meno di 24 ore, senza dare alcun preavviso, non dandoci neanche il tempo di renderci conto che finalmente il nostro Luca era pronto e aveva deciso di venirci a conoscere.

La sera prima a cena ho detto ad Alfredo che avevo completato tutti i lavoretti di casa che volevo fare e tutto era pronto per l'arrivo di Luca, c'era solo da aspettare e sperare che si decidesse da solo.
All'1,30 di notte i primi dolori mi svegliano ma cerco di lasciar dormire Alfredo e di rilassarmi perché pensavo fossero passeggeri, provo anche ad andare in bagno a fare la pipì temendo che sia la vescica che scaccia, ma i dolori continuano intermittenti. Alfredo se ne accorge che respiro in modo strano e mi chiede cosa c'è. Gli dico che ho delle contrazioni e lui nel dormiveglia viene preso da un momento di panico dalla notizia improvvisa nel cuore della notte, salvo poi riaddormentarsi a sprazzi quando non gli stringo la mano durante la contrazione.
La notte passa e si fa mattina, facciamo colazione, io in piedi camminando e mangiando non appena finisce il male e cominciamo a capire che pur avendo seguito ben due corsi preparto, l'emozione quando arriva il momento ti fa perdere la ragione! Arriva a casa anche mia mamma a salutarci e mi vede camminare per casa in mutande avvolta con il plaid. Ogni tanto mi appoggio al mobile in silenzio e poi riprendo a parlare.
Tra varie telefonate a vuoto al mio ginecologo, finalmente l'ostetrica dell'ospedale mi risponde e mi consiglia di fare una doccia calda e vedere come va. Così scopro nello spogliarmi che ci sono perdite di muco e sangue: sarà il tappo ??!?! Alf torna in salotto e dice a mia mamma: “Elena ha perso il tappo!!” e mia mamma non capisce cos'è sto tappo e si fa due risate!
La doccia è stata piacevole ma si sono avvicinate le contrazioni (ogni 6 minuti circa) e avendo 40 minuti di macchina da fare ho preferito prepararmi e decidermi ad andare.

Arriviamo in ospedale (io appesa al poggiatesta del sedile posteriore) e siamo saliti in reparto ostetricia. Lì le contrazioni sono diminuite e temo di aver sbagliato a voler andare. Mi attaccano comunque al tracciato, per fortuna le ostetriche sanno bene che cambiando ambiente le contrazioni posso smettere e poi riprendere. In stanza c'è un'altra ragazza scocciatissima, che legge un quotidiano come se fosse dalla pettinatrice. Io invece ho ripreso le mie contrazioni e potendo stare in piedi mi appoggio al muro, anzi potessi lo scalerei con le unghie! Il tracciato ha picchi abbastanza regolari da 80-90-100 e guardandolo mi chiedo se va bene come tracciato.
Segue la visita ginecologica, un po' dolorosetta , in cui temo che la dottoressa mi voglia rompere il sacco amniotico, ma mi dice che sono a 3 cm di dilatazione che mi ricoverano.
Lì ho avuto un momento di paura e ho pensato:“Caspita non sono mai stata ricoverata in vita mia! Allora ci siamo veramente? Non mi mandano a casa!”. Purtroppo di stanze non ce ne sono e rimango in corridoio ad appendermi al muro ad ogni contrazione! Un signore venuto a far visita mi guarda, mi sorride ed io a momenti lo mando a quel paese!! nel frattempo mando Alf a prendere da mangiare essendo la mezza, così mi sono messa a mangiare un toast in mezzo al corridoio tra una contrazione e l'altra, finché un'infermiera mi dice che la sala parto è libera e ci possiamo accomodare. La sala parto?!?! addirittura!!

In sala parto ho avuto il mio secondo momento di panico vedendo il letto, mi sono sentita con le spalle al muro, pensando, seppur Alfredo era sempre con me, “adesso tocca solo a me partorire, è il mio turno e non si può tornare in dietro!”
L'ostetrica che mi accompagna per tutto il parto si chiamava Angela, ed è una dolcissima ragazza più giovane di me che per tutto il pomeriggio fino a sera mi conforta e incita nel momento della contrazione a spingere.
Sono stata parecchio tempo a carponi appoggiandomi al fondo del letto, Angela sente il cuoricino di Luca che batte benissimo e ogni due ore mi visita per vedere come procedo. Mi svuota la vescica con il catetere perché da sola non ce la faccio.
Arriviamo a 7 cm e proviamo altre posizioni: in piedi appoggiata alla spalliera del letto, seduta sulla palla e sulla sedia norvegese con Alfredo che mi faceva da "schienale", mentre ogni tanto spuntano altri medici e ginecologi che verificavano come procedevo. A questo punto un dottore viene e mi convince a rompere il sacco per far scendere maggiormente la testina di Luca ed io pur con paura acconsento: sento il flusso caldo scendere giù e Alf mi rassicura che è limpido.

Le ore dentro quella sala parto passano con sottofondo radio RDS e Alf tra una contrazione e l'altra mi chiede se voglio mangiare, bere, prendere i fiori di Bach o i granuli omeopatici ed io alterno le mie scelte tra un cornetto e un succo di frutta. In effetti sono stata fortunata perché le contrazioni non si sono mai ravvicinate tanto, lasciandomi il tempo di respirare e parlare.
Man mano che la sera arriva io mi faccio sempre più stanca e dolorante e inoltre non ho nessun impulso a spingere pur avendo sentito la testina proprio lì in mezzo alle gambe, lo faccio quando arriva la contrazione perché riduce il dolore e sento che Luca scende un po' ma non ho un impulso irrefrenabile come ho tante volte letto.

Io comincio ad essere decisamente stanca chiedo tra un urlo e l'altro che mi facessero una dose di antidolorifico, ma ormai mi dicono che non serve più, devo solo spingere fuori Luca, ma io non ho più forze e tutte le volte che arriva la contrazione, Angela mi incita ma io mollo la spinta dopo poco.
A questo punto intervengono i ginecologi che essendosi fatte le 21 passate, pensano che sia ora di tagliar corto e preparano un po' di arnesi. Io mi preoccupo e dico che non voglio l'episiotomia né tantomeno la ventosa! Ma sono troppo stanca per parlare o capire cosa voglio, ma Alf vigila su tutto come un falco...
Mi fanno comunque una anestesia preparatoria all'episiotomia (che comunque non mi fanno) e poi mi danno un po' di ossitocina endovena di supporto, che sinceramente non ho notato!

Arriva la ginecologa che sembra un gendarme tedesco e dice che ora lo facciamo uscire ed io sono contenta che mi aiuti. Così, distesa sul lettino (dove non volevo partorire perché non riuscivo a tirare le maniglie ma le spingevo) appena arriva la contrazione mi aiuta allargando manualmente ed in parte acchiappando la testina di Luca accompagnadola per metà fuori. Io ho sentito un gran bruciore ed ho urlato con tutto il fiato che avevo!! e finalmente la testina esce per metà fuori e sento la voce di Alfredo che mi dice che è fatta, Luca è fuori, manca un ultima spinta!
L'ostetrica vede la testina piena di capelli e mi dice che ha anche le basette come papà e ridono tutti! Io sento che è quasi finita, mi rassereno e aspetto la contrazione successiva con la quale sento sgusciare fuori tutto il corpicino caldo e liquido: ...sono le 21:43...è nato Luca!

Non mi ricordo di averlo sentito piangere, sono tranquilla che sta bene perchè Alfredo lo segue, lo portano a pulire mentre io mi concentro sul secondamento che dopo poco arriva ed esce anche la placenta. L'ostetrica ce la fa vedere ed è perfetta, la ringrazio perchè ha protetto e nutrito bene il nostro piccolo!
Alfredo, che aveva seguito Luca, me lo riporta sporco un attimo addosso per farmelo finalmente vedere e attaccare al seno...



poi una fastidiosissima pulizia interna, quattro punti di rammendo (con due praticanti che devono imparare a cucire!), una punturina per contrarre l'utero e una bella lavata disinfettante ed eccomi pronta per l'arrivo di Luca tra le mie braccia pulito e misurato, dopo aver salutato i nonni che sono stati a soffrire tutto il giorno fuori dalla sala parto!

Quì è proprio quando Alfredo lo "mostra", ancora sporco, ai nonni prima di portarlo finalmente a lavare e poi di nuovo da me...


Mi fanno alzare, cambiare e ci portano in sala travaglio a goderci un po' di intimità noi tre (ed io a rifocillarmi con l'avanzo di toast del pranzo e altre cosucce che mi ero conservata): il giorno 21 volge al termine e noi finalmente siamo una famiglia!
Tutto il mondo si concentra per me in quella stanza dell'ospedale, in quel letto, in quell'abbraccio, in quel fagottino caldo: il nostro Luca è arrivato e tutta la fatica fatta passa!!
Peccato solo che Alf non è potuto restare con noi e sotto una pioggia torrenziale e senza ombrello se n'è dovuto andare a casa a mezzanotte passata e completamente fradicio dalla pioggia presa nel percorso verso l'auto...